Il direttore artistico Pier Carlo Orizio ricorda il concerto di Arturo Benedetti Michelangeli al Teatro Grande di Brescia del 16 giugno 1980.
Quarant’anni fa il Teatro Grande ospitò l’ultimo concerto italiano di Arturo Benedetti Michelangeli. Per la verità fu anche l’unico da quando il Maestro decise di lasciare l’Italia. Avevo diciassette anni, studiavo pianoforte e Michelangeli era naturalmente il mito incontrastato e inaccessibile di tutti noi studenti. Ricordo quindi come fosse ieri le fasi che portarono al concretizzarsi di un evento che sembrava semplicemente impossibile. A tal punto che quando il Maestro si presentò sul palcoscenico del nostro teatro alle 20 in punto, preceduto da un silenzio metafisico, ancora in tanti dubitavano che questo potesse realmente succedere.
Non ricordo nessun altro concerto che sia stato vissuto con la stessa incredula, appassionata e viscerale partecipazione dal nostro pubblico.
L’evento fu fortemente voluto da mio padre, Agostino Orizio che coltivava da tempo il sogno di riportare Michelangeli al “suo” festival (l’aggettivo potrebbe valere per entrambe). Il Maestro aveva già accettato di eseguire ben tre concerti per il festival (considerando le immaginabili richieste di biglietti) quando un noto quotidiano pubblicò la notizia del definitivo rientro di Michelangeli in Italia. Il Maestro diede immediatamente mandato al suo legale di smentire la notizia e i concerti previsti furono cancellati.
Ci volle tutta la diplomazia di cui era capace mio padre per convincere il Maestro a salvare almeno uno dei concerti previsti.
Divenne così un concerto benefico in omaggio al comune amico Papa Paolo VI. Per la riuscita dell’evento fu determinante il contributo di alcuni amici tra i quali vorrei ricordare Giorgio e Fausto Montini e la signora Esterina Comini Bozzi.
Alla fine del concerto, voluto alle ore 20 da Michelangeli proprio in considerazione della naturale propensione al lavoro dei bresciani che la sera non devono fare tardi, in via Paganora erano centinaia le persone che speravano di salutare il Maestro, il quale era invece già uscito dalla porta principale.
Il giorno seguente Fausto Montini e mio padre riaccompagnarono il Maestro a Pura, nei pressi di Lugano. Fausto Montini ricorda che il Maestro era felice del concerto, come di aver ritrovato cari amici tra i quali Camillo Togni.
Il racconto di quel viaggio di ritorno e le conversazioni che ebbero luogo mi fanno pensare che avrebbe potuto essere un nuovo inizio. Il Maestro aveva espresso a mio padre il desiderio di riprendere a fare musica insieme. Sappiamo che così non è stato. Ma il ricordo di quest’ultimo concerto bresciano è rimasto nel cuore e nella memoria di quanti hanno avuto la fortuna di assistervi come un dono prezioso e incancellabile che il Maestro ha voluto fare a ciascuno di noi.
Pier Carlo Orizio
- La domanda di trasferimento del ricavato del concerto firmata dal M°Agostino Orizio